La nostra voce interiore è realmente solo nostra?
Un argomento che emerge spesso mentre si discute delle conseguenze comportamentali con i leader all’interno delle organizzazioni è quello delle auto-conseguenze.
In altre parole, una persona può fornire conseguenze a sé stesso per il proprio comportamento?
La risposta a questa domanda è sì e in effetti ognuno di noi lo fa centinaia o addirittura migliaia di volte al giorno.
Le auto-conseguenze sono particolarmente influenti in termini d’impatto sul nostro comportamento.
Ciò avviene in gran parte perché sono conseguenze immediate, che accadono durante o subito dopo il comportamento in questione.
Le conseguenze immediate, infatti, tendono ad avere una maggiore influenza sul nostro comportamento.
Le auto-conseguenze sono ciò che diciamo a noi stessi, positive o negative che siano, sul nostro comportamento e rappresentano di solito la fonte più immediata di feedback sull’efficacia delle nostre azioni.
Spesso questa forma di feedback è chiamata “parlare di sé”, “comportamento verbale nascosto” o “una voce interiore”.
Una buona parte di ciò che facciamo (e non facciamo) è modellato da quella voce interiore, nel bene e nel male.
Quella voce interiore può essere terribilmente aspra e critica, fornendo un tasso abbastanza alto di conseguenze negative. Può però essere anche incoraggiante quando notiamo che qualcosa che abbiamo fatto è andato bene.
Per la maggior parte di noi, ogni giorno è composto da una combinazione di auto-conseguenze sia positive che negative.
Una cosa affascinante di quella voce interiore è che spesso non è esclusivamente nostra.
Quella voce che sembra interna parte in realtà da una voce esterna
I modelli di cose che tendiamo a dire a noi stessi sono in realtà combinazioni di frasi che abbiamo sentito dirci dagli altri: le cose che abbiamo sentito dai nostri genitori, fratelli, allenatori, insegnanti, mentori, colleghi, capi influenzano fortemente le nostre azioni e i nostri risultati.
Durante la nostra vita, accumuliamo centinaia di migliaia di commenti, che nel tempo formano la maggior parte di ciò che poi noi diciamo a noi stessi sul modo di comportarci e arrivare a dei risultati.
Il feedback che abbiamo ricevuto dagli altri, spesso diventa il feedback che tenderemo a dare anche a noi stessi.
Se sentiamo dirci che ciò che stiamo facendo non è abbastanza buono, iniziamo a ripetercelo.
Allo stesso modo, se le persone intorno a noi sottolineano come ciò che abbiamo fatto andava bene o che avrebbe potuto avere un impatto positivo, inizieremo a notarlo anche noi.
La nostra voce interiore è quindi in gran parte una funzione di voci esterne che si inseriscono nel nostro ambiente.
Questo è un punto molto importante anche per all’interno del contesto aziendale e di leadership: il feedback che forniamo agli altri può influire sia sul loro comportamento immediato, sia sul modo in cui verranno poi percepiti altri feedback.
In altre parole, giochiamo un ruolo critico nel modellare la voce interiore degli altri, attraverso gli schemi di feedback che forniamo.
Se abbiamo l’abitudine di notare spesso ciò che è sbagliato, rotto, insicuro o inadeguato, corriamo il rischio di modellare la voce interiore degli altri per fare qualcosa di molto simile.
Al contrario, se abbiamo l’abitudine di fornire un’alta frequenza di feedback positivi o di far notare alle persone che stanno facendo le cose nel modo giusto, c’è una maggiore probabilità che la loro voce interiore faccia lo stesso.
Il modo in cui scegliamo di sollecitare, ricordare, incoraggiare, consigliare, sfidare o esortare influenza non solo per il comportamento di quel preciso momento, ma anche più nel profondo, ciò che lasciamo agli altri.
Un piccolo pezzo di ciò che diciamo rimane con loro e diventa parte della loro voce interiore, parte del modello di ciò che si dicono quando sentono di aver fatto qualcosa di buono.
Tutto questo può quindi modellare la loro capacità di notare quando hanno fatto progressi o hanno avuto un impatto importante sugli altri, un processo o un risultato.
Quella voce interiore ha la capacità di influenzare drammaticamente il loro comportamento tanto quanto qualsiasi altra fonte di conseguenze nel loro ambiente.
Come leader, abbiamo dunque un potenziale incredibile per modellare il comportamento attuale e futuro e questo dipende anche da come scegliamo di modellare la voce interna degli altri.
Possiamo modellare una voce interiore che tende a riconoscere il progresso o il successo, o quella che si concentra su preoccupazioni, rimpianti o fallimenti.
Questo è il motivo per il quale è importante far leva verso il rinforzo e l’incoraggiamento positivo piuttosto che nel criticare e trovare difetti.
Quando passiamo più tempo a incitare le persone poiché stanno facendo le cose nel modo giusto, aumentiamo la probabilità di plasmare una voce interna che riconosca ciò che le persone stanno facendo bene, come sono arrivati a quei progressi o miglioramenti o come hanno contribuito a migliorare i sistemi o i processi.
Possiamo modellare una voce interiore che attinge allo sforzo volontario personale e spingere gli individui al di là di ciò che ci si aspetta, promuovendo la creatività, facendo quel passo in più e scoprendo nuove e migliori pratiche.
Probabilmente, la cosa più bella che possiamo fare come leader e non solo è proprio quella di plasmare una voce interiore positiva e produttiva.
Ispirato a un articolo di Tim Nolan
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